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Camposecco

2 giugno 2021

L'altopiano più esteso nel Parco dei Monti Simbruini,

nel territorio di Camerata Nuova.

1400 m s.l.m.

Famoso per le scene girate nel film “Lo chiamavano Trinità”.


Sconfinate distese si risvegliano dal torpore della neve,

cavalli sguazzano felici nel fango del disgelo;

nitriscono alla loro libertà.

Una testuggine di mucche protegge minacciosa la propria terra,

non molla lo sguardo fermo su ogni passante.

Nuovi passi imprimono impronte fresche

per miglia e miglia e miglia ancora

dentro faggete secolari che non hanno resistito al peso dell'ultimo inverno.

Scricchiolii sinistri seguono ogni movimento.

Una spettrale brezza gelida si insinua nelle ossa

restia ad abbandonare l'oscurità del sottobosco.

Fitto e tetro si innalza fino a toccare le nuvole,

nere anch'esse a promettere pioggia.

Crochi viola fioriscono appena il bianco svanisce,

bulbi prelibati per afrodisiaci piatti a base zafferano.

Soffici piane si alternano a geometriche foreste

nell'incedere continuo verso una meta sempre più lontana.

Tiranno il tempo troppo breve,

il Sole che ha fretta di volgersi ad altri emisferi,

la determinazione impigliata tra i relitti di alberi caduti.

I piedi si precedono l'un l'altro rapidamente

i pensieri ribollono nella mente.

Tutto tace quando il blu del tramonto avvolge le cime dei monticelli intorno,

una fiammata rosso fuoco incendia i cieli del ritorno.

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