top of page
IMG_20201108_105243.jpg

Capranica Prenestina

8 novembre 2020

Caccia al sentiero.
Tutto ebbe inizio dal santuario della Mentorella.
Una breve visita alla Grotta di San Benedetto e una prima salita di riscaldamento sulla Scala Santa che porta dinanzi ad un campanile sul quale è inciso il monito per tutti i pellegrini: "non far da campanaro se il cuor tuo non batte da cristiano".
Combattuto dal dubbio se suonare o no, decido di portarmi dietro questo fardello e ricongiungermi al mio manipolo di escursionisti per metterci in marcia.
La nostra via prende il sentiero 502 “Karol Wojtyla”, una discesa infinita che non preannuncia un sereno rientro.
Si addentra fitta nel bosco in una pioggia costante di foglie giallo-arancioni che lentamente si adagiano sul terreno ricoprendolo di un soffice mantello dorato.
Nel mezzo del cammino di nostra via ci imbattiamo in quello che un tempo doveva essere un fiume: ne resta una piccola gola scavata tra le rocce, ormai vuota d'acqua e piena di altre foglie e sassi.
Terminata la discesa senza fine del sentiero, giungiamo a valle dove incontriamo i primi (poco amichevoli) cacciatori. Per il momento a caccia dei loro cani scomparsi nella vegetazione.
Dopo qualche tentennamento e la deviazione di rito verso il sentiero opposto alla direzione che invece dovremmo prendere, ritroviamo subito la nostra strada passando di fianco ad un'azienda agricola e alla sua famiglia di cavalli e puledrini.
Alcuni spari in lontananza probabilmente festeggiano il nostro arrivo e ci indicano che siamo tornati sul percorso corretto.
Una sequenza di signori in gilet fosforescente e fucili in spalla appostati lungo la carrareccia ci scorta a vista rassicurandoci di non essere in alcun modo in pericolo di vita.
Anzi ci segnalano un sentiero che porta dritti verso la Valle Sambuceta e da qui alla Sella dei Caprini, la nostra direzione.
Dopo aver schivato qualche ramo e rovo impattiamo immediatamente su quello che sarà il nostro prossimo passaggio. Un'enorme salita.
Costeggiando un fosso, camminiamo e saliamo. Saliamo e camminiamo. Camminiamo e camminiamo, salendo.
Avvolti completamente dalla vegetazione, ogni tanto da qualche spiraglio si intravede il santuario, la nostra meta. Sempre più in alto rispetto alla nostra posizione.
Le temperature iniziano ad abbassarsi. E noi saliamo.
Il sole volge al tramonto. E noi saliamo.
Ormai davanti a noi ci sono solo pietre e rovi. Nemmeno i cacciatori arrivano fino a quel punto.
Delle campane in non tanta lontananza suonano fuori orario e ci avvertono che dei cristiani sono giunti sopra la Scala Santa.
Riusciamo ad affacciarci e a ritrovare il nostro santuario.
Più in basso di noi.
Usciamo dall'attanagliante vegetazione e raggiungiamo la strada asfaltata che finalmente dopo tanto peregrinar ci ricongiunge alla macchina e al ritorno a casa.

Capranica Prenestina: Info
bottom of page