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Cerveteri

31 maggio 2020

Percorso ad anello tra Cerveteri e Castel Giuliano,

in provincia di Roma.

Altitudine massima ca. 230 metri.


Orologi sincronizzati.

Ore 9 al parcheggio del palaghiaccio di Marino per iniziare il percorso verso le ore 10.

Ore 9:30 all'appuntamento per iniziare il percorso in perfetto ritardo alle ore 11:20.

Siamo in perfetta sincronia con la nostra tabella di marcia.

La comitiva รจ quella delle grandi occasioni, delle rarissime occasioni. Delle mai occasioni.

Tutti carichi di entusiasmo, di energia, di ottimismo e grandi aspettative.

Distrutte dopo pochi chilometri.

Non bastano cartine, bussole, GPS, segnali stradali, corsie illuminate, guide alpine, visori 3D..

Il nostro senso dell'orientamento รจ infallibile contro ogni strumento di dissuasione.

11,5 chilometri sono troppo pochi per noi, escursionisti di altissimo livello.

Rilanciamo e ne facciamo quasi 20.

Ogni bivio per noi รจ una sfida.

A ogni bivio, noi imbocchiamo quello giusto.

Per sbagliare strada.

Ed ecco che da un anello ne diventano due, tre, quattro e infine cinque. E siamo pronti per le olimpiadi.

Guadi di qua, guadi di lร . Scaliamo frane, prendiamo a calci rovi, accarezziamo ortiche.

Il dubbio ci viene quando dei montanari svizzeri ci dicono che siamo arrivati nei pressi di Lugano.

Forse dovremmo tornare indietro e cercare di sbagliare il prossimo bivio per prendere la strada giusta.

E cosรฌ facciamo dopo esserci rifocillati gli stomaci e aver sotterrato le nostre speranze nella vicina necropoli della Banditaccia.

Ed eccoci finalmente sulla retta via dopo una piccola deviazione di un'oretta.

Ce ne rendiamo conto grazie alle persone che ci vengono incontro e ci rassicurano restituendoci la fiducia necessaria per continuare a sperare.

Numerose persone tra l'altro. Un po' troppe per l'esattezza. Veramente tantissime.

Quando sentiamo un uomo gridare โ€œCocco bello, cocco fresco!!โ€ capiamo che forse non siamo su un percorso di montagna ma bensรฌ a Tor Vajanica beach.

Ma dopo pochi metri ecco il tanto agognato suono di acqua scrosciante.

E' la Cascata della Mola di Castel Giuliano. La piรน grande delle cinque.

La prendiamo dall'alto ma un sentiero ci porta ad ammirarla anche da sotto.

L'entusiasmo riconquista i nostri cuori, la gioia รจ tanta.

Le forze riprendono il loro posto nelle nostre gambe ed ora siamo pronti a sfidare l'ultima parte del percorso.

Di fronte alla prima troviamo anche la seconda cascata, la Cascata dell'Ospedaletto.

Poca cosa questa volta, una fioca discesa di acqua difficilmente percettibile.

Riprendiamo la strada verso le ultime tre cascate sfidando altri avventori che cercano di metterci in difficoltร  chiedendoci insistentemente indicazioni per un fuori sentiero.

Noi siamo troppo pratici. Ci fidiamo dei nostri istinti e del nostro orientamento e chiediamo a qualcun altro di indicarci la via.

Il rumore dell'acqua รจ troppo forte per non provenire da un'altra cascata.

Braccio di Mare รจ nominata.

Mentre tutti si distendono e riposano le loro membra, io mi avvio per un'impervia via,

via corda, via strada strapiccante sulla morte incombente, via giungla.

E giungo alla sommitร  della cascatella da dove posso guardare in faccia tutti i miei compagni,

stanchi ma felici.

Vittorioso torno dai miei amici e riprendiamo il cammino verso la quarta cascata.

La Cascata dell'Arenile, piccola ma carica di acqua.

Il posto ideale per delle foto in long exposion. Very long.

Ormai c'รจ solo voglia di tornare alle macchine e a casa.

Ma manca ancora una cascata che non tutti riusciranno a raggiungere.

La Cascata del Vaccinello ci saluta con un coloratissimo arcobaleno.

Ora possiamo tornare, soddisfatti di aver raggiunto tutti gli obiettivi della giornata e molto piรน.

La via del ritorno รจ solo una strada in salita.

Code di quad ci passano avanti. Una, due, tre, dieci volte facendoci assaggiare il gustoso sapore di terra mista a gasolio.

Con le bocche piene e i nasi otturati attraversiamo l'ultimo guado grazie ad una serie di sassi disposti in fila per permettere il passaggio e non bagnarci.

Passiamo tutti dall'altra parte del fiume, uno dopo l'altro. Tutti zuppi fino alle ginocchia.

E' quello che ci voleva. Percorrere l'ultimo tratto con le scarpe pesanti di acqua e girini.

Due erte ci asfaltano l'ultimo briciolo di energie.

Striscianti e doloranti verso le ore 19 vediamo la luce.

Sono i fari delle macchine che ci riporteranno a casa.

Cerveteri: Info
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