
Etna
Colazione al Rifugio Citelli (1740 m) e si parte.
Cinque escursionisti si apprestano a salire lungo le pendici del versante nord-est dell'Etna.
La vetta già si vede in lontananza e ancor più si vede il fumo che scaturisce dal cratere.
Un'ultima occhiata alla mappa ad inizio sentiero per memorizzare il percorso.
E' il sentiero n. 723.
Inizialmente si inerpica attraverso una parte boschiva di betulle per poi aprirsi su splendidi panorami.
Da un lato l'imponente vetta, dall'altro la costa abbagliante. Si vedono Taormina proprio sotto e poco più avanti i Ciclopi di Aci Trezza.
Tutto il sentiero è completamente ricoperto dalla sabbiosa cenere vulcanica che a tratti complica l'equilibrio.
Alcuni passaggi adrenalinici sulle rocce vivacizzano il cammino.
La prima sosta avviene presso la Grotta di Serracozzo, un tunnel a scorrimento lavico.
Un soffitto bassissimo e un terreno fangoso non rendono semplice la traversata.
Lampadine e torce alla mano, al passo della biscia, per esplorare l'oscuro antro.
Pochi tetri metri cercando di non uscire con qualche bernoccolo in testa prima di rivedere la luce.
Dopo un break, si va alla volta della Serra delle Concazze.
Costante assolata salita prima di giungere al punto più alto della spedizione odierna (circa 2200 metri).
Quello che si presenta davanti gli occhi è uno spettacolo unico e straordinario.
Prepotentemente stravolgente. Spaventoso.
La magnificenza della Valle del Bove, un immenso deserto di cenere.
Al di sopra svetta il sommo cratere, ora molto vicino, che continua a gettare fumo negli occhi.
Il rumore delle esplosioni non è la più rassicurante colonna sonora per celebrare il momento.
I viaggiatori si fermano a contemplare il premio della loro fatica.
Desolazione e rammarico avvolgono gli animi quando arriva il tempo di ripartire.
Gambe in spalla i cinque si incamminano per l'ultima parte del percorso che li riporterà al rifugio.
Un fugace incontro con un gregge di pecore abbrustolite, svogliatamente sorvegliato da dei sonnolenti cani pastore prima di rientrare nella betulleta e infine godersi il meritato riposo nelle rinfrescanti acque di Giardini Naxos.