
Il Castello Invisibile
23 ottobre 2021
Falesia sul Monte Vannellamare,
sopra la spiaggia tra Gaeta e Sperlonga.
Mani tremanti, dita frettolose. Faccio passare in qualche modo la corda nel rinvio.
La posizione è comoda, i piedi sono ben saldi sullo scalino di roccia.
La parete riflette in viso il vapore del mio stesso alito, caldo sulla pelle ghiacciata dal sudare freddo.
Voci indistinguibili e lontane dalle orecchie richiamano ed incitano da sotto.
La mente è in un altro universo, il cuore batte all'impazzata nel petto in un tempo che si è calcificato.
Le falangi avvolgono fiduciose e speranti la tacchetta mentre tenta di sgusciare via, fradicia e saponosa.
Il mondo smette di girare vorticosamente. Si ferma anche la testa e i pensieri in essa.
Un impulso improvviso muove il collo in direzione del panorama intorno.
E un quadro senza imperfezioni colpisce violentemente gli occhi stampandosi nelle iridi.
Il sole tremolante combatte contro la persistenza delle nuvole riuscendo ciononostante ad abbagliare le spiagge vuote del mare d'autunno.
Le onde si infrangono sulla costa. Si smuove una leggere brezza che accarezza il viso appeso sulla falesia di fronte.
Le palpebre riprendono a sbattere e ad inumidire gli occhi. Il mondo ritorna sui suoi passi.
Il coraggio riprende a circolare nelle vene.
Una svasa, la ronchia e l'infida tacchetta si incrociano sulla salita rinvio dopo rinvio.
Come un serpente sulla terraferma, lo sguardo all'insù, sibilo tra i calcari conquistando metro su metro.
L'ultimo rinvio esplode d'euforia, la prima conquista. La prima via portata a termine. Ma -
Non è ancora finita.
Ora la paura prende le forme della strada da fare in discesa e fidarsi di imbracatura e corda, lasciarsi andare nel vuoto sperando tutto regga come dovrebbe.
L'istinto non vuole scendere ma restare ancora in vetta, tranquillo sui suoi punti stabili. Le circostanze invece chiedono di tornare giù piedi a terra ed affrontare la sfida più ardua.
Corpo all'indietro occhi chiusi braccia spalancate.
E poi giù a dare ginocchiate contro la poco soffice roccia fino a posare i lividi sul terreno saldo e pianeggiante, tutti gli organi nel verso giusto.
Il respiro inizia a calmarsi, le emozioni ballano danze sfrenate, incontrollabili.
Il battesimo della roccia.