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Fosso Campione

2 maggio 2021

Fluido gelido che scorre nelle vene dei giganti,
invade e plasma.
Scolpisce le ossa e tempra l'animo.
A capofitto giù per le profondità della terra.
Uno, due, tre. Sedici volte sedici tuffi al cuore.
Appeso a un filo di canapa, brividi tra i capelli.
Dita di calcare saldate alla roccia
aggrappate al primo istinto.
Riviver l'alba il giorno seguente.
Terrifiche eterne attese prima del vuoto.
La preparazione all'oblio, verso l'oscurità più angusta.
Bocca gonfia, naso tappato, palpitazioni in gola.
Dentro la cascata a sfidar elemento e sorte
e ad occhi chiusi riemergere dal ghiaccio,
arti dallo spasmo contratti.
Due spalle non passano per la più stretta strettoia
dove uno spago di fiume fuoriesce per divenire lago.
E poi di nuovo impetuosa corrente.
Braccia ancorate alla vita scendendo per scivoli massicci
o librandosi in un urlo di un paio di metri o anche più.
Per poi risalire gli inferi come un moderno Dante,
gomiti e ginocchia violate dai lividi.
Alla fine del cammin di nostro canyoning
mi ritrovai per una selva ripida e oscura
ché la dritta e dolce via era smarrita.

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